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Infortuni sul lavoro e malattie professionali

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Come periodicamente accade, è importante valutare i numeri degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, al fine di poter fare un esame di coscienza sui comportamenti e sulle buone prassi che quotidianamente attuiamo sul luogo di lavoro. E’ proprio così, una serie di comportamenti automatici ormai consolidati, non ci permettono di valutare correttamente ed in modo imparziale, se il nostro modo di operare possa essere considerato “sicuro” oppure migliorabile, oppure ancora da rivedere totalmente. L’idea di definire per ogni attività lavorativa, delle procedure di lavoro, potrebbe essere la chiave di svolta per ridurre drasticamente gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.

 

Cosa si intende per infortuni sul lavoro

Per infortunio sul lavoro si intende una causa violenta in occasione di lavoro, dal quale derivi la morte, l’inabilità permanente o l’inabilità assoluta temporanea per più di tre giorni. L’attuale sistema  contabile dell’Inail, considera infortuni anche quelli in itinere, cioè tutti quelli che derivano dal tragitto casa-lavoro e viceversa. L’anno 2017 ha visto un calo degli infortuni rispetto al 2016, ma purtroppo già nei primi mesi del 2018, abbiamo avuto un drastico aumento; sulla totalità delle morti bianche, gli stranieri sono stati oltre il 10% del totale, mentre il 25% delle vittime aveva più di 60 anni. Da questi dati è facile intuire come, la cosiddetta “esperienza” lavorativa, spesso gioca a sfavore degli addetti ai lavori, che in parte a causa dell’età avanzata, in parte a causa della confidenza lavorativa, spesso sottovalutano i rischi che il lavoro genera. Per quanto riguarda gli stranieri, il problema potrebbe essere quello formativo, che a causa della lingua spesso potrebbe non essere così efficace come dovrebbe.

 

Cosa si intende per malattia professionale

La malattia professionale, si differenza dall’infortunio perchè le cause non sono violente ed improvvise, ma bensì lente e diluite nel tempo. Queste derivano dal continuo errato comportamento messo in atto dai lavoratori, che nel tempo portano comunque ad una ripercussione sulla salute degli stessi. Un esempio può essere quello di non utilizzare i tappi o le cuffie antirumore durante le attività lavorative, che pian piano nel tempo, portano l’individuo a perdere l’udito.