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Contratto d’appalto o somministrazione di personale?

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Esiste una bella distinzione tra un contratto d’appalto e la semplice somministrazione di personale; ma oltre al mero aspetto formale, è necessario chiarire in concreto sulla base di aspetti ben precisi individuati dalla vigente normativa, se trattasi di uno o dell’altro. Per fare ciò l’appaltatore è tenuto a verificare:

a) il potere di organizzazione dei mezzi necessari allo svolgimento delle attività richieste;

b) il potere direttivo sui lavoratori impiegati nelle attività;

c) il rischio di impresa.

 

Cos’è il contratto di appalto

Il contratto d’appalto è il contratto col quale una parte assume, con organizzazione dei mezzi necessari e con la gestione a proprio rischio, il compimento di un’opera o di un servizio verso il corrispettivo in danaro. Risulta evidente come il contratto di appalto obbliga l’appaltatore a perseguire un risultato ben preciso, che deve essere raggiunto a proprio rischio e pericolo.

 

Cos’è il contratto di somministrazione

A differenza del contratto d’appalto, il contratto di somministrazione prevede che l’agenzia “fornisca” dei lavoratori, che svolgono la propria attività nell’interesse, sotto la direzione e sotto il controllo dell’utilizzatore, senza quindi perseguire un risultato ben preciso, identificando pertanto tale attività come una semplice prestazione di mano d’opera.

 

Come fare per distinguerli

Per poter definire sul campo, se trattasi di contratto di appalto o di somministrazione occorre prestare particolare attenzione ai seguenti aspetti:

  • definire a chiare lettere qual’è l’oggetto dell’appalto, in modo che sia facilmente percepibile il rischio contrattuale dell’appaltatore; 
  • per evitare la mera somministrazione di mano d’opera, è necessario che l’organizzazione e la direzione, da parte dell’appaltatore o del committente, assuma un valore decisivo che determini la genuinità o meno dell’appalto.