Il calcestruzzo è, dopo l’acqua, il materiale più utilizzato sul pianeta, con un consumo medio stimato tra i 21 e 31 miliardi di tonnellate. La produzione di alcuni dei componenti impiegati per il confezionamento, comporta significative emissioni di CO2, anche se le stesse risultano essere molto inferiori a quelle emesse per la produzione ti tanti altri materiali da costruzione.
A fronte di questo impatto significativo, sono però associabili numerosi vantaggi in termini di emissioni, tra cui:

• La durabilità è la caratteristica che rende il calcestruzzo preferibile a molti prodotti concorrenti e grazie alla sua solidità, fornisce garanzie di sicurezza strutturale alle opere, le quali sull’intero ciclo di vita, risultano essere chiaramente vantaggiose in termini di sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
• La produzione di calcestruzzo non richiede l’abbattimento di alberi, la conservazione dei quali consente di assorbire CO2 dall’atmosfera.
• Il processo della carbonatazione permette al calcestruzzo di assorbire CO2 dall’atmosfera, diminuendo così il proprio impatto sull’ECO2 fino a valori superiori al 50%.
• Il trasporto del calcestruzzo avviene all’interno di aree limitate; questa regionalità, contribuisce alla riduzione di gas di scarico dovuti al trasporto.
• Il riciclo di materiali per la produzione del calcestruzzo è di provenienza locale e ciò consente un risparmio di materie prime non rinnovabili; inoltre, lo stesso calcestruzzo è completamente riciclabile.
• Il consumo energetico non viene tralasciato, infatti il calcestruzzo è in grado di assorbire le variazioni di temperatura, contribuendo alla realizzazione di edifici confortevoli, ben isolati e poco dispendiosi.
• La resistenza al fuoco è insuperabile e dimostrata: non brucia, né fonde e mantiene la sua stabilità strutturale alle alte temperature.
• Il denaro e gli investimenti delle costruzioni, vengono reimmessi e generano benefici nell’economia locale, in quanto l’intero ciclo produttivo, è profondamente radicato nel territorio.